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Tra disegno, artigianato e viaggi: come trasformare la curiosità in direzione

La storia di Ludovica (@ludovica_nistico_)

Ludovica, per tutti Ludo, è una ragazza del 2001.

Appartiene a quella generazione spesso definita “senza direzione”, ma lei, a modo suo, la direzione ce l’ha sempre avuta: era quella del fare.

Pratica, concreta, instancabile. Se c’era da lavorare 18 ore al giorno, Ludo lo faceva.

Il problema era che, nel frattempo, aveva smesso di farsi domande.

“Facevo tanto, ma non capivo dove stavo andando”

Quando è arrivata in Balance, Ludo era piena di energia ma priva di direzione.

Era diventata bravissima a portare avanti qualsiasi attività manuale. Ma non si chiedeva mai: “Questa cosa parla davvero di me?”

Era pragmatica, sì, ma in modo rischioso: accettava qualunque lavoro purché fosse concreto, purché fosse “utile”.

E intanto, metteva da parte la sua curiosità, la sua sensibilità, la sua arte.

Infatti Ludo disegnava nel tempo libero. Parlava di moda, creava schizzi, osservava stoffe e tessuti con occhi attenti.

Ma non si permetteva di credere che quella parte potesse diventare centrale nella sua vita.

Cercare la risposta giusta, in una nuova domanda

All’inizio, anche noi di Balance pensavamo che la direzione giusta fosse la moda.

Ma poi è emerso qualcosa di più profondo: non era la moda in sé. Era il disegno. L’espressione. Il gesto creativo.

Abbiamo dovuto, prima di tutto, creare lo spazio giusto per fare domande nuove.

E da lì, è iniziato un percorso fatto di scoperte piccole ma decisive:

  • il disegno come bisogno quotidiano, non come hobby
  • l’arte come linguaggio, non come decorazione
  • il viaggio come strumento per nutrire la creatività, non come fuga

Ortigia, artigianato, materiali: la svolta silenziosa

Il primo viaggio “consapevole” di Ludo è stato a Ortigia, in Sicilia.

Lì, tra botteghe, tessuti, artigiani, ha sentito per la prima volta un senso di allineamento.

Non era più solo ispirazione. Era direzione.

Ludo non voleva più solo disegnare vestiti.

Voleva dare valore a ciò che esiste già, personalizzarlo, trasformarlo, contaminarlo con il suo sguardo.

È lì che ha scoperto la customizzazione di capi già esistenti.

E con essa, un modo di vivere la creatività non più come qualcosa da “inseguire nel tempo libero”, ma come centro della propria identità professionale.

La difficoltà più grande? Accettare il tempo

Il mondo dell’arte e del design può sembrare lontano, difficile da raggiungere.

Il primo lavoro, con Ludo, è stato proprio farle vedere che era possibile.

Che non c’è bisogno di essere Virgil Abloh per vivere della propria visione.

Che l’importante è iniziare da ciò che si ha e continuare a porsi domande.

“Una volta accettato che il suo è un progetto a lungo termine, ha iniziato a surfare l’onda.”

Una felice bottega… in costruzione

Oggi Ludo è in Olanda. Sta viaggiando, scambiando, imparando.

Ha capito che viaggiare non è solo vedere posti nuovi, ma lasciarsi trasformare da ciò che si incontra.

Infatti, il suo progetto non è ancora finito. Anzi, è appena iniziato.

Ma la differenza è che ora ha una direzione chiara e il coraggio di prendersi il tempo per costruirla.

Sa che l’arte richiede lentezza, che non tutto si monetizza in sei mesi, e che il suo obiettivo non è diventare “famosa”, ma sentirsi a casa in quello che fa.


Questa è la storia di Ludovica.

Una storia fatta di materiali, colori, contaminazioni.

Ma soprattutto, una storia in cui la curiosità è diventata bussola.

E il lavoro, finalmente, ha iniziato a somigliarle.

Call di orientamento

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Puoi lasciarti ispirare dall’esperienza di chi ci è già passato e, chissà, magari creare anche nuove amicizie.