Dal panico finanziario alla libertà creativa
La storia di Luca (@lucacitarelli_)

Quando abbiamo conosciuto Luca, era un ragazzo pieno di voglia di fare, ma schiacciato da una pressione che lo bloccava: la paura di restare povero.
Aveva investito tempo e soldi in corsi, strategie online, promesse facili. Ma non funzionava niente. Non per mancanza di impegno — Luca si era dato da fare, eccome — ma perché la direzione che stava prendendo non era la sua.
Quella che sembrava una corsa verso il successo era in realtà una fuga dalla paura.
E quando corri solo per scappare, finisci per girare in tondo.
Il sogno (confuso) di “fare soldi”
All’inizio, per Luca, il digitale era una promessa: un modo per guadagnare tanto e in fretta. Voleva diventare un imprenditore online. Non sapeva bene in che settore, con quale prodotto, né quanto avrebbe dovuto guadagnare per sentirsi “a posto”. Ma aveva in testa un solo mantra: “Devo fare tanti soldi. Punto.”
Il problema? Non era un imprenditore. Non lo era davvero. E non voleva esserlo.
Luca era un artigiano, nel cuore e nelle mani.
Ma ancora non lo sapeva.
Una gabbia chiamata “sicurezza”
Lavorava con il padre, nell’officina di famiglia. Un ambiente che conosceva, dove ogni mese arrivava uno stipendio — non molto, ma abbastanza per tirare avanti.
Però quella non era vita. Era una gabbia, anche se aveva le chiavi in mano.
Era bloccato tra il dover restare lì e il voler scappare altrove.
Solo che “altrove” era un posto confuso, pieno di trappole e illusioni.
Quando ha iniziato il percorso con Balance, la prima cosa che abbiamo fatto non è stata parlargli di business.
Abbiamo parlato di ansia.
Di paura.
Di false credenze.
Il primo passo: conoscere e conoscerSI
Da questa frase è iniziato un lavoro più profondo. Abbiamo smontato pezzo per pezzo l’idea che la ricchezza sia il vero obiettivo.
Durante le nostre sessioni abbiamo parlato invece, di cosa significasse per lui “vivere bene”.
E poi gli abbiamo fatto una domanda semplice:
“Ma a te, cosa piace fare davvero?”
Silenzio.
Poi un sorriso.
La scintilla: un aerografo, qualche pantone e tanta voglia di disegnare
Luca aveva una passione da sempre: l’aerografia. Amava disegnare, lavorare con le mani, personalizzare le superfici. Ma nell’officina non c’era spazio per la creatività.
“Qui si riparano Panda e Stilo, mica si fa tuning da Fast and Furious”, diceva.
Eppure, sotto quella rassegnazione, c’era una scintilla.
Una voglia vera.
Abbiamo cominciato a esplorarla insieme. Cosa significava disegnare per lui? Dove poteva portarlo questa passione? Come poteva diventare qualcosa di concreto?
Il digitale è rientrato in gioco, ma non come fuga. Come strumento.
Grafica, disegno, design. Supporti reali. Legno, metallo.
La scoperta che ha cambiato tutto
Un giorno, spinto dalla nostra abitudine a “guardare fuori”, Luca va a una fiera.
Lì scopre una macchina per stampa laser. È amore a prima vista.
“Questo è esattamente quello che cercavo.”
Da lì in poi, non è stato tutto facile. Ma era tutto vero.
Luca ha comprato la sua prima stampante. Ha cominciato con piccoli gadget per amici. Poi i primi clienti paganti. Poi fiere. Poi la seconda stampante.
E nel frattempo, il suo sorriso è cambiato.
Il risultato più grande
Oggi Luca lavora su commissione. Crea oggetti unici e sta costruendo uno stile tutto suo.
Le sue chiamate non sono più piene d’ansia per il futuro perché ha smesso di inseguire i soldi.
Ora chiama per raccontare che cosa ha fatto, che cosa ha scoperto, che cosa ha in mente.
Il cambiamento più importante non è stato professionale. È stato personale.
“Luca ha capito chi è. E ha scoperto che può farcela. Con le sue forze, con le sue idee, con le sue mani.”
Vuoi iniziare ad orientarti? Facciamoci una chiacchierata!
Puoi lasciarti ispirare dall’esperienza di chi ci è già passato e, chissà, magari creare anche nuove amicizie.